Catalogo regionale dei sussidi
Analisi dell’incidenza ambientale

A cura di A. Zatti

Il posizionamento di Regione Lombardia rispetto agli obiettivi di sostenibilità condivisi a livello globale, a partire dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, evidenzia un impegno pluriennale, che trova nel Programma Regionale di Sviluppo della XI Legislatura un riferimento programmatico importante, individuando la sostenibilità come uno dei 5 pilastri dell’azione regionale.

Il lavoro alla prova della pandemia. Due esperienze di smart working nell’Amministrazione locale

A cura di G. Ioriatti

Le riflessioni che seguono propongono una ricostruzione ragionata di due esperienze concrete di lavoro agile o Smart Working nella Pubblica Amministrazione locale nel corso dei mesi successivi allo scoppio della pandemia. La convinzione da cui si muove è che i pur necessari tentativi di ricostruzione e teorizzazione complessiva del fenomeno, nonché di elaborazione di un quadro normativo e contrattuale coerente, richiedano un attento, fin minuto, scandaglio di situazioni specifiche offerte dall’attuale contingenza.

L’emergenza sanitaria in Europa nel prisma del rapporto tra Stato ed Enti sub-statali

A cura di L. Reale e G. C. Ricciardi

La grave situazione che abbiamo conosciuto nei primi mesi di quest’anno, e che stiamo ancora vivendo in conseguenza del diffondersi del virus Covid-19, rappresenta un’emergenza quasi senza confini. Tutte le situazioni di emergenza – e quella attuale non fa altro che confermarlo – richiedono risposte rapide in ragione della loro urgenza, e, per tale motivo, sovente comportano l’attivazione di percorsi decisionali incentrati sull’Esecutivo.

Accorpamenti comunali e riassetto dei sistemi di governo locale

A cura di F. Spalla

La prospettiva di un ulteriore aumento di Fusioni di piccoli Comuni italiani, che caratterizza l’inizio del 2021, prelude a possibili tendenze modificative di maggiore portata per i governi locali del Paese. Che le Fusioni costituissero una riforma rilevante, che avrebbe inciso sullo sviluppo istituzionale ed amministrativo delle autonomie locali, è stato prefigurato dalla riforma delle autonomie del 1990 e stimolato dalla legge 56/2014, foriera di risultati significativi.

Unioni e fusioni di Comuni – Elementi teorici e prassi operative – Volume 2

A cura di G. C. Ricciardi e A. Venturi

La fusione di Comuni, nell’ordinamento italiano come in altri sistemi giuridici, ha conosciuto negli ultimi anni un fiorire di interesse da parte sia delle istituzioni politiche, sia degli studiosi appartenenti alle discipline scientifiche che a vario titolo informano ed innervano il procedimento aggregativo tra Enti di prossimità.

Unioni e fusioni di Comuni – Elementi teorici e prassi operative – Volume 1

A cura di G. C. Ricciardi e A. Venturi

La costituzione di un’Unione di Comuni presuppone la condivisione di un progetto ricco di implicazioni, impegni e potenzialità tra gli Enti che la costituiscono. Con essa, infatti, si assiste all’istituzione di un Ente locale di secondo livello che si distingue per peculiarità – sia organizzative, sia gestionali – tali da diversificarlo dai singoli Comuni aderenti alla compagine associativa.

Le Comunità montane come forme associative

A cura di A. Ceriani e G. C. Ricciardi

Nel dibattito sulla gestione dei territori montani appaiono insufficienti le energie finora destinate ad approfondire il contributo fornito dalle Comunità montane alle esperienze di esercizio in forma associata di funzioni e servizi comunali. Eppure tali enti spiccano, nel panorama delle autonomie, sia per il ruolo di presidio e di sviluppo del territorio montano, sia per le modalità originali con cui possono corrispondere alle esigenze dei Comuni che vi aderiscono. In attesa che il dibattito istituzionale offra un indirizzo più coerente al ruolo dell’intercomunalità nel quadro dell’area vasta, Fondazione Romagnosi-Scuola di Governo Locale e Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali (DSPS) dell’Università di Pavia hanno promosso una ricerca volta a conoscere la declinazione delle Comunità montane come forme associative, muovendo dal laboratorio costituito dai ventitré enti montani della Lombardia.

Autonomia ed Epidemia
L’emergenza COVID-19. Testimonianze, impatti e nuovi paradigmi per i sistemi socio-assistenziali e dei lavori pubblici degli enti locali

A cura di G. C. Ricciardi e A. Venturi

Come per ogni grande evento che cambia i paradigmi esistenti, anche la straordinaria emergenza vissuta nei primi mesi del 2020 può essere riletta come un processo eccezionale da cui ricavare apprendimenti per il sistema pubblico e sociale. Sembra innanzitutto confermato uno dei limiti del contesto italiano: il Paese sembra riuscire a trovare nuove strade solo sotto la pressione di periodi difficili. Ma i processi innovativi condotti sotto emergenza, mancando della necessaria lucidità e vista sistemica, mostrano limiti evidenti e producono soluzioni inappropriate e di breve respiro.

Le Comunità montane come forme associative.
Il caso della Lombardia

A. Ceriani e G.C. Ricciardi

Nell’ordinamento istituzionale nazionale le relazioni associative tra comuni sono state previste e attuate per decenni come processi volontari, espressione di un’esigenza di cooperazione a livello interlocale protesa ad ampliare le possibilità e superare i limiti delle singole amministrazioni locali.

Nuove prospettive di ripartenza per gli enti locali lombardi dopo il covid-19. Un’esigenza di tempestività, integrazione e responsabilità

A cura di A. Ceriani, G. Ioriatti e G. C. Ricciardi

In nome del concorso all’equilibrio del bilancio dello Stato fortemente compromesso dalla crisi finanziaria deflagrata a partire dagli anni 2007-2008, gli Enti Locali italiani hanno vissuto per quasi un decennio tagli ripetuti alla spesa corrente e agli investimenti con esiti negativi sull’efficacia della loro azione e sulla loro tenuta istituzionale.

Nel caso dei Comuni, si è constatata una contrazione della quantità e qualità dei servizi erogati ed è stata penalizzata la funzione di traino degli investimenti locali.

Autonomia ed Epidemia
L’emergenza COVID-19. I provvedimenti normativi e gli atti amministrativi

A cura di A. Venturi e G.C. Ricciardi

Nelle drammatiche settimane dell’emergenza a molti osservatori è tornata alla mente la celeberrima frase secondo cui : “Sovrano è chi decide sullo stato di eccezione”. La massima di Carl Schmitt è rimbalzata ogni volta che sono stati assunti atti normativi finalizzati a dare un ordine di fronte allo sviluppo dell’entropia pandemica del Covid-19.

La pandemia si è rivelata come un colossale stress test dei rapporti tra le istituzioni del Paese.
Il volume che avete tra le mani è il frutto di una attività di ricognizione dei tanti atti normativi e amministrativi che si sono susseguiti nel corso di questi mesi drammatici.

Emergenza epidemiologica Covid-19
Ricognizione dei provvedimenti normativi e degli atti amministrativi con sezione dedicata alla normativa relativa agli enti locali

A cura di P. Galeone, A. Venturi e G.C. Ricciardi

Il presente report è stato elaborato dal Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università di Pavia nell’ambito della convenzione sottoscritta per l’anno in corso con Fondazione Ifel. Il documento è stato realizzato da Tommaso Alabardi sotto la supervisione scientifica del gruppo di lavoro indicato nel medesimo, composto da studiosi e ricercatori del Dipartimento e di Fondazione Romagnosi-Scuola di Governo Locale. Esso si articola in due parti: la prima è una raccolta dei provvedimenti adottati dalla Dichiarazione dello stato di emergenza sino ad oggi, riportati seguendo il criterio gerarchico delle fonti, mentre la seconda parte (Ricognizione delle principali disposizioni relative agli enti locali) presenta una raccolta delle più importanti disposizioni che interessano gli enti locali contenute nei principali decreti emanati dal Governo, con specifici rimandi, per ulteriori approfondimenti, a note di chiarimento e note esplicative dell’ANCI e dell’IFEL.

Dopo il Covid-19: resilienza digitale e amministrazione 4.0

A cura di A. M. Tanda

L’emergenza sanitaria ha ridotto fortemente la mobilità di tutti i cittadini e, presumibilmente, continuerà a farlo nei prossimi mesi. La forte limitazione della libertà di circolazione, connessa alla tendenza a ridurre spontaneamente la frequentazione di mezzi pubblici e di luoghi aperti al pubblico (come gli uffici comunali), anche quando le misure si allenteranno definitivamente, suggerisce di ripensare prima di tutto al modo di agire nella realtà delle amministrazioni e ai canali di relazione tra il cittadino e il Comune.

Enti locali e Covid 19: nella fase due ripartire dal territorio

A cura di A. Ceriani e G. Ioriatti

Nella Nota Breve 6-2020 abbiamo auspicato un investimento in osservazione sul ruolo di prossimità esercitato dagli Enti locali nella crisi Covid-19. Non sono ancora disponibili profili sistematici ma cronache e testimonianze numerose dagli amministratori locali portano ad una constatazione: si potrà cogliere di più di questo periodo e dei suoi effetti futuri se la categoria del territorio diventerà uno dei pilastri di indagine.

Si consideri il caso lombardo, che guardiamo per primo per vicinanza e per dimensioni quantitative e con l’auspicio che divenga il caso più studiato, interpretato e ridefinito. Contagiati, ricoverati, guariti, deceduti, entrati o sfuggiti alle metriche del coronavirus, tutto concorre a farne un caso di oggettivo rilievo internazionale.

Enti locali e Covid-19: cogliere ora l’impegno diffuso dei Sindaci per pensare ad una transizione sociale compatibile con il virus

A cura di A. Ceriani e G. Ioriatti

Gli amministratori e i tecnici degli enti locali hanno già intuito i problemi derivanti dalla crisi Covid19. In questa fase acuta devono tenere unite le comunità locali, rafforzare i comportamenti preventivi indicati dalle autorità scientifiche, adattare i tradizionali servizi alla persona alle nuove esigenze, far fronte a problemi di liquidità derivanti dalla perdita o dal differimento delle entrate, gestire i servizi rimasti senza utenza o senza corrispettivi, mobilitare e indirizzare le disponibilità, che non mancano, dei gruppi di protezione civile, del volontariato e del capitale sociale. C’è ancora molto altro che i Comuni provano a fare e sono tutte evidenze da approfondire.

Il sistema delle autonomie in Francia e Germania

A cura di A. Dal Bianco, A. Barzanò e G.C. Ricciardi

Il presente lavoro nasce dall’esigenza espressa dal Consiglio regionale di Regione Lombardia consistente nella necessità di approntare un approfondimento scientifico sul tema del contesto evolutivo delle autonomie in Francia e in Germania, al fine di individuare i punti di contatto e gli spunti di possibile riflessione in relazione alle inferenze con il contesto territoriale lombardo.

In particolare, la ricerca intende restituire un quadro di conoscenze sull’organizzazione degli Enti territoriali dei due Paesi considerati, evidenziandone la struttura multilivello dell’architettura istituzionale e del sistema di governo locale, offrendo contestualmente un dettaglio in merito all’articolazione delle competenze (sia legislative che, soprattutto amministrative) ascritte a Regioni, Province, Unioni di Comuni (et similia) e Comuni.

Il meccanismo di finanziamento del regionalismo differenziato

A cura di T. Alabardi

L’art. 116, comma 3, della Costituzione prevede che con legge dello Stato possano essere attribuite a singole Regioni ordinarie “ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia” relativamente alle materie di competenza concorrente di cui all’art. 117, comma 3, Cost. nonché a tre materie di competenza esclusiva statale ex art. 117, comma 2, Cost. (organizzazione della giustizia di pace, norme generali sull’istruzione, tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali).

Il regionalismo asimmetrico.
Appunti e spunti sui riflessi nei confronti delle autonomie territoriali e funzionali

A cura di G. C. Ricciardi

Cause e moventi del regionalismo sono stati e sono tuttora più o meno conosciuti e indagati dalla dottrina, carente e frammentaria è invece la conoscenza del loro storicizzarsi, delle implicazioni e soprattutto degli effetti che essi hanno prodotto in sede di strumentazione degli apparati dei pubblici poteri, cioè sul piano amministrativo. Sono certo che il lavoro che segue ha preso le mosse da questa lucida intuizione di Massimo Severo Giannini che già nel 1951 ci avvertiva del rischio che si corre a studiare il diritto regionale dal mero punto di vista costituzionale.

La riorganizzazione territoriale e funzionale dell’Area vasta

A cura di G. C. Ricciardi e A. Venturi

La raccolta di studi contenuta in questo volume collettivo a cura di Giuseppe Carlo Ricciardi e Alessandro Venturi, che sono anche autori di alcuni dei contributi inseriti nell’opera, offre al lettore la possibilità di considerare i risultati di un’ampia riflessione in tema di riordino dei territori, con specifico riferimento alla Regione Lombardia ma con una valenza che può essere puntualmente estesa ad altre realtà territoriali del nostro Paese.

L’Ufficio Tecnico nelle Unioni di Comuni

A cura del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università di Pavia

L’obiettivo primario del Laboratorio in materia di “Ufficio Tecnico nelle Unioni di Comuni” consta della produzione di un documento di approfondimento avente tenore ricognitivo, propedeutico al futuro sviluppo della Community lombarda per le gestioni associate (www.gaolombardia.it).

La regionalizzazione dei fondi statali all’associazionismo comunale

A cura del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università di Pavia

Secondo l’opinione di autorevole dottrina, qui pienamente condivisa, un chiaro e risoluto approccio al tema della gestione associata delle funzioni e dei servizi comunali e, più in generale, alla razionalizzazione dell’architettura del sistema di governo multilivello, rappresenta in Italia un passaggio chiave per valorizzare appieno il principio di sussidiarietà e il ruolo delle autonomie locali. In particolare, il protagonismo municipale previsto dall’art. 118 della Carta costituzionale, che assegna in via di principio ai Comuni la titolarità delle funzioni amministrative, può trovare concreta ed effettiva realizzazione solamente in un quadro in cui essi realizzino quella “adeguatezza” e “idoneità” che costituiscono condizioni essenziali affinchè non divenga giustificata e necessaria l’avocazione delle competenze da parte dei livelli di governo superiori.

Governance, recesso, scioglimento delle Unioni di Comuni in Lombardia

A cura del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università di Pavia

L’istituto associativo dell’Unione di Comuni ha assunto natura e finalità diversificate con l’incedere del tempo ed il variare dell’assetto ordinamentale delle autonomie, nell’instabile equilibrio finalistico sedimentatosi tra perseguimento delle economie di scala, cioè migliore allocazione endogena ed utilizzazione delle risorse finanziarie ed organiche disponibili, ed ampliamento del novero dei servizi in concreto erogati – o in astratto erogabili – alla cittadinanza dei Comuni associati.

Riorganizzazione territoriale degli enti di Area Vasta, città metropolitana e nuove province e riorganizzazione territoriale della P.A. in Lombardia

A cura del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università di Pavia

L’Allegato raccoglie materiali di corredo del paper riguardanti aspetti normativi e finanziari.

Sono stati organizzati per sei aggregazioni tematiche. Il primo capitolo fornisce un profilo storico e giuridico delle Province. È considerata la loro prima citazione, nel 1847, in una norma riguardante il territorio italiano e, a seguire, sono analizzate le successive e complesse evoluzioni giuridiche dell’ente intermedio fino alla riforma del Titolo V Cost. del 2001. Le innovazioni più recenti (L. 7 aprile 2014. N. 56), che riportano all’attualità più stretta, sono state trattate nel 1 capitolo del paper.

Riorganizzazione territoriale degli enti di Area Vasta, città metropolitana e nuove province e riorganizzazione territoriale della P.A. in Lombardia

A cura del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università di Pavia

L’allegato propone dati statistici e analisi cartografiche utili a cogliere le determinanti territoriali che più influiscono sulle considerazioni sviluppate nel policy paper. Inoltre, nella parte finale propone una serie di considerazioni riguardanti l’organizzazione dell’Ente intermedio/Area Vasta a otto partizioni territoriali (Cantoni), a matrice dei confini delle otto ATS sanitarie.

Riorganizzazione territoriale degli enti di Area Vasta, città metropolitana e nuove province e riorganizzazione territoriale della P.A. in Lombardia

A cura del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università di Pavia

Il presente Policy Paper ha analizzato i profili evolutivi dell’Area vasta in Lombardia alla luce della riforma del governo locale, introdotta con la L. 7 aprile 2014, n. 56, e delle sue implicazioni sull’ente intermedio provinciale e sull’ente regionale. Il contesto in cui il documento è stato redatto ha portato a confrontarsi anche con le prospettive previste dalla Legge costituzionale “Disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del Titolo V della parte II della Costituzione”, poi non confermata dalla consultazione referendaria del 4 dicembre 2016.