La narrazione, ma anche il vissuto di questa pandemia, sono segnati dalla dialettica aspra tra potere centrale e autonomie regionali: così accade anche nell’affronto faticoso di questa nuova pesante ondata d’autunno.
Le difficoltà generate dalla gestione del conflitto spingono taluni osservatori “interessati” ad auspicare addirittura il superamento dell’istituto regionale, quale esito dell’attuale crisi pandemica.
Il valore aggiunto della possibilità di differenziare l’approccio ai diversi contesti, di gestire la molteplicità e complessità dei territori per meglio rispondere alle esigenze dei cittadini e delle imprese, viene presentato come mero ostacolo all’efficacia della risposta.
Ma basta un rapido giro di orizzonte internazionale per rendersi conto che si tratta di problemi seri con cui si stanno confrontando anche altri contesti istituzionali.
La Spagna ha vissuto una contrapposizione a tratti drammatica tra le direttive nazionali e le contestazioni delle Comunità, in particolare di Madrid.
In Inghilterra le richieste di gestione diversificata della risposta anti-pandemica si incrociano con le istanze semi – indipendentiste del Galles e della Scozia.
Nella stessa, tradizionalmente efficiente, Germania l’impalcatura federale ha prodotto una dinamica difficile tra i Lander ed il Governo federale, accompagnata da resistenze, opposizioni, difformità di interventi.
Tornando a noi, tre paiono le ragioni delle attuali contrapposizioni: la prima più “strutturale”, le altre legate invece alle contingenze politiche.
In primo luogo, l’art. 117 della Costituzione include la “tutela della salute” tra le materie di legislazione concorrente sulla quale può esercitarsi la potestà legislativa regionale: ciò ha determinato, anche in forza della preponderante incidenza della spesa sanitaria sul totale dei bilanci regionali, la creazione di “sistemi sanitari regionali” e di quadri regolatori che non rendono agevole ed automatico il ritorno ad un “comando unificato”.
In secondo luogo, la gestione della pandemia e la pervasività erga omnes delle conseguenti regolamentazioni hanno favorito un rapporto diretto degli Amministratori, in primis quelli regionali, con i cittadini ed una conseguente esposizione mediatica che ne ha spesso favorito le fortune elettorali, ma li rende anche più esposti alle pressioni popolari del momento.