Ormai ci siamo. Il tanto evocato e temuto Autunno 2020 è alle porte.

Il passaggio è cruciale perché incrocia il progressivo venir meno di tutele motivate dalla fase dell’emergenza sanitaria (es blocco licenziamenti), l’avvio di politiche di rilancio di maggiore respiro e persistenti rischi sul fronte sanitario, con possibili ritorni della pandemia, di cui si avvertono i primi segnali.

Sul banco di prova, insieme alle imprese, ai lavoratori, al sistema sanitario, ci sono anche gli Enti Locali e in primis i Comuni.

Nel caso di questi ultimi, il punto critico con cui fare i conti è ovviamente la caduta delle entrate causa Covid-19, che per il 2020 una ricerca del CNEL (1) stima in 8,7 Ml: una somma imponente che le misure di ristoro successivamente adottate dal Governo stanno solo parzialmente compensando.

Molti Comuni peraltro hanno individuato nel rinvio o nell’alleggerimento delle imposte comunali, una leva per attutire l’impatto del lockdown sulle piccole imprese commerciali ed artigiane locali: il Comune di Meda, per fare un esempio, ha deciso di stanziare la somma di 750.000 € per esentare le imprese dal pagamento della TARI (Tassa rifiuti) per 10 su 12 mesi del 2020 (2).

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