Il titolo non inganni perché qui non si intende evocare alcun mistero… pasquale.
Nella vicenda in questione, non c’è nulla di misterioso, perché il progetto di soppressione dell’Ente Provincia ha preso corpo in un preciso contesto storico e si è sviluppato con una qualche coerenza e tenacia per quasi un decennio.
La stagione è quella segnata dalla polemica sui “costi della politica”, sul ruolo della cosiddetta “casta”, insomma agli albori dell’“antipolitica”.
A qualcuno quella stagione ha fruttato cospicui ritorni editoriali e visibilità(1), più di un movimento ha guadagnato uno spazio politico, innescando una parabola di cui oggi possiamo forse scorgere le fasi terminali.
Già allora era parso chiaro che si trattava in realtà di un cedimento a spinte demagogiche, in sostanza di una sconfitta della Politica, della sua credibilità ed autorevolezza.
Questo perché l’Ente Provincia è stato in quel momento, in quanto anello più debole dell’architettura istituzionale italiana, l’“agnello sacrificale” per tentare di sintonizzarsi con la violenta campagna mediatica in corso.
Accondiscendere alle istanze di quella campagna significava rimuovere almeno quattro dati istituzionali e storici di realtà:
- l’articolazione territoriale su base provinciale è un fatto consolidato della storia istituzionale italiana, alla quale si ispirano gran parte delle articolazioni amministrative, organizzative e funzionali locali e nazionali(2);
- quella dell’“area vasta” sovracomunale e infra regionale è una dimensione imprescindibile del governo locale, delle istituzioni, dei servizi e delle reti(3);
- in tutte le architetture istituzionali europee è riscontrabile un analogo presidio di questo livello intermedio;
- le funzioni fondamentali esercitate dalle Provincie (viabilità stradale, edilizia scolastica, ambiente) sono strategiche per i cittadini e le imprese, che, infatti, hanno pagato il degrado che esse hanno subito in questi anni.
Come noto, l’obiettivo della soppressione delle Province non è stato raggiunto, in forza del risultato della consultazione referendaria del dicembre 2016.