Se ai programmi e agli annunci seguiranno i fatti, siamo all’inizio di una stagione di concorsi e selezioni per l’accesso di una nuova leva nella Pubblica Amministrazione italiana.
Sull’urgenza di questa stagione, in relazione alla situazione attuale degli organici e delle esigenze connesse al PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), ci siamo già soffermati in precedenti occasioni(1).
Si tratta di un’opportunità strategica anche per gli Enti Locali, i più penalizzati da anni di blocco del turn over e dove il fattore risorse umane appare nevralgico per la credibilità del loro contributo efficiente al PNRR.
La stampa registra numerosi interventi(2) e dà conto di ricerche e studi(3) dedicati ai criteri e metodologie di selezione, ai fabbisogni di professionalità, alle caratteristiche delle figure professionali di più urgente inserimento.
Riaffermato il principio dell’esclusività dell’accesso tramite concorso, si invoca un “Piano straordinario di assunzioni”, si propone ad esempio la “definizione centralizzata di una metodologia comune di rilevazione dei fabbisogni”, si parla di una “centrale unica per elaborare regole e standard di selezione comuni” e di prove in grado di valutare non solo le conoscenze, ma anche le capacità e le attitudini.
Molta attenzione viene riservata anche ai contenuti professionali ed alle nuove competenze di cui dovranno o dovrebbero essere dotati i futuri funzionari pubblici.
Ogni indicazione metodologicamente aggiornata è ovviamente preziosa e benvenuta, altrettanto opportuno il richiamo ad un rafforzamento della nostra P.A. in linea con la strumentazione positivamente sperimentata negli altri contesti europei.
C’è tuttavia il rischio che si tratti di proposte, anche raffinate, ma poco radicate nella specificità e concretezza del lavoro pubblico, di una strumentazione spesso di matrice accademica che fatica a misurarsi e quindi ad incidere nella quotidianità del lavoro dei nostri Enti Locali.
Per questo possono essere di una qualche utilità i punti di attenzione che qui di seguito si propongono, che si focalizzano sulla specificità del lavoro pubblico e sono suggeriti da una non breve esperienza professionale “sul campo”.
E proprio l’esperienza suggerisce di non trascurare in primo luogo l’importanza del passaggio di consegne.