Ci sono temi “sempre verdi”, costantemente presenti e persistenti nel dibattito pubblico, cui le diverse contingenze conferiscono rinnovata attualità: il rapporto tra Politica e Amministrazione, tra Tecnica e Politica è uno di questi, al quale si associa da noi generalmente l’istanza della riforma della Pubblica Amministrazione.

Dopo l’allarme sulla rivolta populista contro le élites, sulla emarginazione degli esperti e la svalutazione delle competenze, il recente rivolgimento governativo segna una fin clamorosa riabilitazione dell’élite tecnocratica e dell’establishment.

Davanti al prolungarsi della crisi pandemica e alla necessità di progettare seriamente la ripartenza, sembra quasi che la politica italiana si sia risolta per una sorta di “passo indietro”, di temporanea “abdicazione”, sfociata in un governo tecnico-politico di unità nazionale.

La circostanza sta generando peraltro non poche riflessioni e commenti interessanti, che proviamo a richiamare nelle righe che seguono.

Certamente, la svolta segnata dal Governo Draghi si può leggere quale conferma della fragilità della politica in Italia, del suo deficit di autorevolezza e credibilità.

È quanto fa, ad esempio, E. Galli della Loggia che ne individua le ragioni profonde nei processi di formazione e selezione dell’attuale ceto politico e nei conseguenti limiti culturali.

Se la politica, contrariamente a quanto molti pensano, non sta in alcun saper fare ma altrove e se il cuore della politica democratica sta piuttosto nel capire l’aria dei tempi e nel presagire il futuro, in un mix di realismo e di fantasia, di fermezza e di duttilità, sta nella conoscenza del passato e nell’ aver frequentato i luoghi del proprio Paese, la diagnosi piuttosto sconfortata sulla qualità dei politici nostrani rimanda alle carenze della loro preparazione di base.

La classe politica italiana – conclude Galli della Loggia – manca di un sapere generale nutrito di storia, di diritto, di economia, di letture di ogni tipo, di una conoscenza dell’umano e del mondo che deriva dalla dimestichezza con i libri, le persone, le idee che parlano di entrambi (1).

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