Sappiamo bene quanto la maglia istituzionale, i confini amministrativi e le delimitazioni territoriali siano sottoposte a tensioni in relazione alle dinamiche economiche, alle spinte identitarie ed anche alle scelte politiche.

La celebrazione del cinquantesimo delle Regioni è stata, ad esempio, l’occasione per confermare dubbi e perplessità sul loro dimensionamento e la loro attuale configurazione territoriale: anche se i cittadini sembrano avere forzosamente riscoperto una propria appartenenza regionale, in ragione delle note strategie di lockdown differenziato imposte dalla pandemia.

 L’appuntamento elettorale nei grandi Comuni della prossima primavera riproporrà, per altro verso, la questione delle Città metropolitane, di aree cioè la cui forza di attrazione va ben oltre i confini urbani o metropolitani, ma con dei Sindaci che, ancora una volta eletti dai soli cittadini del Comune, saranno ipso iure il riferimento amministrativo monocratico per l’intera Città metropolitana, coincidente con la vecchia Provincia.

Anche sul territorio lombardo si registrano in questo periodo tensioni e sommovimenti ai vari livelli, spia di tensioni che sono comunque una costante, in qualche misura fisiologica, nei processi istituzionali.

Proviamo a passarne in rassegna le evidenze più recenti.

È ancora in corso il discusso e contrastato processo di accorpamento delle Camere di Commercio di Pavia, Cremona e Mantova, che pare tuttavia esser giunto ormai alle battute finali(1). Si tratta della cd. Riforma Monti, volta a ridurre e accorpare gli Enti camerali in una prospettiva di contenimento della spesa pubblica e degli oneri a carico delle imprese, che è stata delineata dal D.Lgs. n. 219/2016 e completata in fase attuativa con il successivo  D.M. dell’ 8 agosto 2017, recante “Rideterminazione delle circoscrizioni territoriali, istituzione di nuove camere di commercio, e determinazioni in materia di razionalizzazione delle sedi e del personale”.

Il provvedimento, nella sua ricaduta sui territori citati, ha suscitato numerose opposizioni e motivato ricorsi alla Corte costituzionale in merito alla legittimità della norma nazionale nonché al TAR, in relazione alla individuazione della sede (Mantova) del nuovo Ente, e richieste di deroga. Si sono addotte motivazioni serie per chiedere la sospensione del provvedimento, quali la mancanza di continuità territoriale, la distanza tra di loro delle realtà coinvolte, il rischio di privare di servizi e rappresentanza le numerose imprese dei territori coinvolti, ma pare che il processo sia a questo punto irreversibile.

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